Celebrare i “decani” della professione per il traguardo dei 50 anni dalla Laurea e accogliere i giovani medici che pronunciando il Giuramento di Ippocrate entrano a tutti gli effetti a far parte della professione. E’ l’ideale passaggio di consegne che anche quest’anno si è rinnovato in occasione della “Giornata del Medico e dell’Odontoiatra”, giunta alla sua dodicesima edizione.
Una cerimonia, ospitata sabato 11 ottobre nella suggestiva cornice della Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni e coordinata dal dottor Maurizio Contini, che si è aperta con i saluti istituzionali. “La classe medica rappresenta una parte fondamentale di quel presidio di legalità, solidarietà e coesione sociale che quotidianamente contribuisce a costruire una società più giusta" - ha detto Claudio Giordano, Capo di Gabinetto della Prefettura, che ha portato il saluto del Prefetto Patrizia Palmisani e annunciato che a breve verrà strutturato nella nostra provincia un modello condiviso tra Asl, Ordine dei Medici e forze dell’ordine per una maggiore tutela dei sanitari dalle aggressioni, in modo da consentire, in caso di necessità, un intervento ancor più tempestivo. L’assessore comunale al welfare Nicoletta Corvi, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, si è rivolta direttamente ai neo medici: “Siate coerenti e fermi nella vostra dedizione, nel rispetto di un codice deontologico ed etico che deve essere una guida nella vostra pratica; abbiate poi umiltà, perchè credo che un medico non possa mai ritenersi arrivato, infine vi auguro la massima gioia, che deriva dal fare la professione che sentite nel cuore”. Padre Bernard Jalkh, medico e sacerdote vincenziano, ha portato i saluti del vescovo di Piacenza-Bobbio Adriano Cevolotto richiamando l’importanza della fiducia tra medico e paziente per una vera alleanza terapeutica, mentre Paola Bardasi, direttore generale Ausl Piacenza, ha espresso la speranza di poter vedere presto lavorare i nuovi giovani medici nelle strutture aziendali: “La nostra – ha spiegato - è un'azienda grande che conta 4.000 dipendenti, di cui 700 medici. Nel prossimo biennio ci aspetta l'apertura di numerose case di comunità, alcune molto grandi in città, altre più piccole su tutta la provincia; svilupperemo inoltre le specialità già presenti nel nostro ospedale, che sono di grande valore. Il momento è sicuramente difficile, sono dieci anni - a parte la parentesi del Covid - che il nostro modello universalistico e solidaristico è sotto finanziato, ma nonostante questo abbiamo in Italia, e in particolare in Emilia Romagna, un'aspettativa di vita che arriva a 87.3 anni, la più alta tra tutti i paesi del G7: la differenza la fanno i professionisti, non certamente un sistema che dal punto di vista organizzativo deve cercare di metterli nelle condizioni di lavorare al meglio”.
E’ stato il presidente dell’OMCeO Piacenza Augusto Pagani nella sua relazione morale a tracciare il bilancio dell’attività svolta dall’Ordine nel corso dell’ultimo anno: dall’impegno per migliorare l’attività istituzionale - con l’adeguamento della sala riunioni attrezzata con un maxi schermo e con un nuovo sistema audio video in grado di favore una partecipazione efficace anche da remoto - alle due giornate di orientamento (11 e 12 febbraio 2025) dedicate agli studenti delle scuole superiori piacentine per approfondire le opportunità formative e professionali del settore medico-sanitario, fino all’organizzazione di eventi formativi con i due cicli di incontri "I Mercoledì della Medicina" e "I Giovedì dell'Ordine", declinati in sei partecipati incontri, tra aprile e giugno, che hanno toccato diversi argomenti e tematiche di attualità e interesse. L’ultimo appuntamento per il 2025 sarà il convegno in programma il 25 ottobre dal titolo “I rischi legali e deontologici della pratica medica”. Pagani è quindi intervenuto in merito alle vicende che negli ultimi mesi hanno portato alla ribalta della cronaca, anche giudiziaria, la sanità locale: “La comunicazione di questi fatti, in qualche caso - ha sottolineato il Presidente dell’Ordine -, non si è limitata alle informazioni essenziali ma si è allargata a dettagli che potrebbero avere danneggiato le persone coinvolte e indubbiamente hanno portato discredito non solo agli indagati, ma anche ai medici e alla sanità piacentina. Mi sono scusato, e mi scuso ancora, con i piacentini per i comportamenti contrari alla legge e dalla deontologia medica di cui si sono resi responsabili alcuni medici, ma fino a quando non sarà accertata la verità voglio continuare a credere che la realtà non sia così brutta come è stata descritta. Voglio essere fiducioso e ottimista sul fatto che Piacenza non sia quella che è stata raccontata, commentata, criticata sui giornali e sulle televisioni, anche nazionali. Confido che gli accertamenti ancora in corso ci consentiranno di sapere cosa sia realmente successo e di riportare un po' di serenità ad un'attività professionale che necessita di un ambiente sereno e di rapporti personali improntati al rispetto, alla responsabilità e alla fiducia”.
Il Presidente ha poi ribadito l’impegno di tutto il Consiglio Direttivo - già espresso pubblicamente nei mesi scorsi - “per favorire la conoscenza, la consapevolezza, la responsabilità della Comunità piacentina riguardo i problemi del servizio sanitario nazionale e sollecitare tutti a mettere in atto fin da subito le necessarie azioni di tutela e di sostegno”. “Amministratori, professionisti sanitari e cittadini - ha esortato Pagani - devono agire insieme per salvare il servizio sanitario nazionale, ciascuno per la propria parte di responsabilità. Sappiamo che il finanziamento non è sufficiente, così come è insufficiente il numero dei professionisti sanitari, e che le attese e le pretese dei pazienti sono aumentate, non sempre a ragione, e talora determinano situazioni di rischio e di violenza verso i professionisti. Credo che a livello nazionale e regionale si dovrebbe responsabilmente prendere atto che con le risorse oggi disponibili non è purtroppo possibile garantire tutte le prestazioni e i servizi previsti dai Livelli Essenziali di Assistenza alle condizioni e nei tempi previsti; se non è possibile aumentare adeguatamente il finanziamento del servizio sanitario nazionale, non resta altra soluzione che escludere altre prestazioni e servizi dai Lea: non è quello che auspico, ma la soluzione estrema. Da ultimo, non si dovrebbero scaricare sugli amministratori e sui professionisti la responsabilità e l'obbligo di rispettare gli obiettivi, producendo più prestazioni e più servizi quando ci si trova oggi in carenza di medici e di infermieri, anche perché questo inevitabilmente riduce i tempi disponibili per eseguire visite e accertamenti clinici e strumentali, aumentando i rischi e riducendo la qualità delle prestazioni. Siamo arrivati dunque a un punto critico - rimarca Pagani - perché è ormai evidente che le promesse e gli impegni del servizio sanitario nazionale non sono mantenuti, e non possono essere mantenuti; questo ovviamente delude, esaspera e danneggia i cittadini e talora provoca reazioni anche violente. Credo che nessuno possa risolvere i problemi attuali e futuri senza cambiare le regole del gioco e che la sanità non possa essere terreno di scontro politico, ma debba invece essere gestita come una questione di interesse nazionale da tutte le forze politiche e le istituzioni insieme”.
Ospite della cerimonia il professor Sergio Barbieri (Dipartimento Neuroscienze e Salute Mentale Policlinico di Milano), che con un intervento ricco di spunti e riflessioni ha condotto in un viaggio nel presente (e futuro) dell’intelligenza artificiale e del suo impatto sulla professione medica. “L’intelligenza artificiale - ha spiegato Barbieri - viene fatta nascere ufficialmente nel 1956 ma il suo sogno è presente da sempre nella storia dell’uomo, anche se il suo nome non è in realtà esatto: molti sostengono infatti che l’intelligenza artificiale, a differenza di quella umana, non sia vera intelligenza: per come la conosciamo adesso si basa fondamentalmente su algoritmi, anche molto sofisticati e complessi, che la “macchina” segue per dare la sua risposta nell’ambito specifico per il quale è stata addestrata. Un computer, valutando i pattern che si trova di fronte in maniera molto più completa di quanto un essere umano possa fare, aiuta a prendere la decisione migliore, anche se spesso l'uomo non prende la decisione astrattamente giusta ma compie una scelta legata anche ad altre situazioni non calcolabili o computabili: questa è la differenza fondamentale tra l'intelligenza e la coscienza umana e quella che attualmente è la “coscienza” delle macchine. Ma se oggi l'intelligenza delle macchine è ancora limitata, in futuro le cose sono destinate a cambiare: “Stiamo andando verso l'intelligenza artificiale generale, in grado di fare tante cose diverse in ambiti diversi, e si potrebbe arrivare anche alla super intelligenza artificiale, capace di superare quella dell'uomo”. L’intelligenza impatterà - e lo sta già facendo - anche sulla sanità: “Il rapporto medico-paziente sta per diventare un rapporto a tre con l’inserimento della macchina che funge da acceleratore cognitivo, in grado cioè di compiere operazioni e calcoli in un tempo molto inferiore rispetto a quello che impiegherebbe un essere umano”.
"L’uso di questi sofisticati strumenti - mette in guardia Barbieri - non esime però dal conoscere la materia su cui si va ad interrogare la macchina: bisogna cioè essere in grado di porre domande in maniera sequenziale e criticare le risposte dell’IA”. L’impatto sulla professione medica sarà profondo, colpendo soprattutto le specializzazioni nelle quali non vi è contatto diretto con il paziente: “Alcune figure, come laboratoristi e radiologi, sono più a rischio di sostituzione, almeno parziale, da parte dell’intelligenza artificiale. Pensiamo all'imaging: quando si va ad esaminare un'immagine fatta di pixels, quindi di scale di grigio che non sono altro che numeri, il computer è in grado di vedere alterazioni di segnale prima che lo possa fare l'occhio umano. Alcuni esperimenti hanno evidenziato come la capacità diagnostica dei sistemi esperti in imaging artificiali sia superiore a quella di radiologi esperti”. L’intelligenza artificiale - in grado di analizzare enormi quantità di dati - è poi fondamentale per lo sviluppo della cosiddetta medicina personalizzata, basata cioè sul singolo paziente e non sulla singola patologia: “Conoscendo il metabolismo di un individuo, il suo corredo genetico, si possono mettere a punto terapie mirate che possono differire tra pazienti con la stessa patologia ma diverso corredo “biologico”. Altri approcci importanti di intelligenza artificiale riguardano inoltre la digitalizzazione dei dati clinici e la possibilità di accesso ad enormi banche dati, con conseguente accelerazione della ricerca, la selezione di pazienti nei trial clinici, rendendo possibili collaborazioni tra banche dati di ospedali e grandi centri di ricerca, fino alla telemedicina. Barbieri ha però messo in guardia dal demandare all’IA funzioni cognitive in modo non consapevole e non critico: “Il rischio è quello di un progressivo spegnimento delle capacità intellettive: potrebbero esserci future generazioni di esseri umani dotati di capacità naturali inferiori a quelle attuali. E questo favorirebbe oltretutto il dominio di quell'eventuale intelligenza artificiale “super intelligente”, che si troverebbe ad avere a che fare con persone con ancora meno capacità di quelle che avevano prima”.
Quindi la premiazione per traguardo dei 50 anni di laurea dei medici Sergio Ballocchi, Alfredo Baudo, Franco Beoni, Giorgio Bergonzi, Mauro Bersani, Claudio Bosoni, Gianfranco Bruzzi, Michele Antonino Caccetta, Remo Chiesolini, Paolo Cironi, Giuseppina Dagradi, Renato De Dominicis, Pierandrea De Lama, Alberta Galli, Giorgio Leddi, Silvia Pantano, Alessandro Parenti, Ettore Pedretti, Federico Presti, Carla Recher, Giuseppe Rizzi, Barbara Sala, Giulio Sichel, Claudio Tagliaferri, Paolo Tansini, che ha anticipato l’emozionante momento del giuramento professionale dei neo iscritti, letto dalla più giovane del gruppo, Costanza Altavilla; uno ad uno, i 46 neo laureati - 40 iscritti all’Albo dei Medici Chirurghi e 6 all’Albo degli Odontoiatri - hanno quindi pronunciato il proprio nome, dicendo “Lo giuro”.
“Spero - ha detto rivolgendosi a loro il Presidente Pagani - possiate lavorare con le giuste motivazioni e gratificazioni, al servizio della società. Oggi vi impegnate a conoscere e rispettare per sempre non solo gli obblighi definiti dagli articoli del giuramento, ma anche quelli scritti nel nostro Codice Deontologico. Siate prudenti, disponibili al dialogo e consapevoli che le conoscenze scientifiche sono alla base del progresso della medicina. Ma ricordate che altrettanto importanti per un buon medico sono la sensibilità e l'esperienza che si acquisisce giorno dopo giorno a contatto con i pazienti e con le loro sofferenze. Nonostante l'impegno, non tutte le malattie si possono guarire e non tutti i pazienti si possono accontentare. E bisogna consolare chi soffre e chiede il nostro aiuto, e considerare che per il malato la presenza, l'attenzione e l'umanità del medico sono più importanti dei farmaci; che la maggiore gratificazione per un medico è la fiducia dei suoi pazienti e che il premio più grande è la riconoscenza e il loro affetto; che tutto i pazienti possono perdonare ad un medico tranne l'arroganza. Non dimenticate che il rapporto con i colleghi si basa sul reciproco rispetto e sul rispetto dell'etica professionale, che deve sempre e comunque costituire il faro del vostro agire. Il giuramento deve essere un riferimento costante della vostra vita professionale e privata, e mi piace pensare che in questo momento tutti i medici e gli odontoiatri possano rinnovarlo insieme a voi: ne hanno bisogno la nostra professione e la nostra società”.
document Relazione morale Presidente Pagani(46.07 MB)